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Molino Stefanetti

Già dai primi del 1900 Giuseppe Stefanetti, chiamato affettuosamente nonno Cola da amici e conoscenti, ha portato avanti con impegno e dedizione l’attività di mugnaio che i suoi avi avevano iniziato a ridosso del 1800, a Faloppio e precisamente in Val Mulini.
La portata d’acqua del torrente Faloppia che scorre fra Lombardia e Canton Ticino, inizialmente sufficiente a far muovere le ruote dei vari molini raggruppati in quel territorio, con l’andare del tempo ha perso la sua forza costringendo i mugnai a macinare a turno, sobbarcandosi spesso la fatica delle ore notturne. Ma a quel tempo c’era rispetto per tutti e nessuno si è mai lagnato di un disagio che permetteva comunque a tutti di provvedere alle necessità delle proprie famiglie.
Tuttavia nel 1955 Ercole che aveva preso il posto del nonno Cola, ormai avanti negli anni, mostrando quella che oggi si chiamerebbe capacità imprenditoriale e che allora lui definiva buonsenso, decise che così non era possibile continuare. La forza dell’acqua era sempre meno ed i tempi di lavoro non gli permettevano di accontentare le richieste di macinazione dei suoi clienti affezionati.
Detto fatto e certo non senza qualche difficoltà, spostò le macine in pietra naturale a Solbiate, sostituendo la forza motrice dell’acqua con quella meno poetica, ma più regolare dei motori elettrici.
Nulla è cambiato da allora nella lavorazione dei cereali se non la varietà degli stessi che si va via via arricchendo di quei prodotti troppo spesso abbandonati dalla grossa industria perché di scarsa resa.
Succede così che oltre al mais ed al frumento classici vengano macinati Farro, Farro Monococco, Russello Tumminia, Grani antichi della nostra pianura e grani antichi siciliani, ma anche grano arso della Basilicata o grano Saraceno tanto caro alla cucina della nostra regione.

Nonno Cola e papà Ercole ormai riposano da molti anni, ma Andrea non ha lasciato che questa nobile arte andasse perduta, anzi l’ha abbracciata totalmente con lo stesso impegno, la stessa dedizione e lo stesso orgoglio di chi lo ha preceduto.
Macinare è un’arte. Mugnai non ci si inventa e neppure si diventa.
Mugnai si è nel cuore e nello spirito ancor prima che nella braccia e nella mente.

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